Quel fenomeno di Jake Bugg

Non molto tempo fa elogiavo il talento di Ben Howard, songwriter inglese che a ventott’anni, con due soli dischi alle spalle, si è già fatto conoscere in tutto il mondo ottenendo un successo incredibile, conservando la propria originalità e sfornando canzoni favolose. C’è un altro musicista britannico altrettando forte e che, come lo stesso Howard, ha pubblicato giusto un paio di album. È Jake Bugg, un ragazzo di appena ventuno anni. Del 1994, non so se mi spiego. Parliamo di uno che appena maggiorenne era in sala d’incisione a registrare il suo album d’esordio.
Ci sono arrivato da poco, lo ammetto (un vero esperto in materia avrebbe dovuto conoscerlo ben prima). Che dire. Un talento pazzesco, una capacità di scrivere pezzi trascinanti, di interpretarli con la giusta intensità e maturità. Due dischi, “Jake Bugg” del 2012 e “Shangri La” del 2013, favolosi. Folk blues caldo e d’altri tempi. Tracce incalzanti ma anche ballate passionali. Che bello che ci siano giovani così forti. Consigliato di cuore a tutti. Se ne riparlerà.

Alessandro

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