“Mission Bell”, la virata di Amos Lee verso il folk rock

Sono passati ben dodici anni dalla sua uscita, eppure il quarto album in studio del cantautore americano Amos Lee, intitolato "Mission Bell", mi commuove ancora per la sua bellezza devastante. Lui, come già scritto da queste parti in passato, è un autore per il quale vado matto, perché capace di scrivere brani strepitosi, ispirati ed estremamente raffinati inclusi in dischi magistrali. "Mission Bell", tuttavia, ha qualcosa in più rispetto ai lavori precedenti e a quelli successivi. Dopo i primi due ...

Gifts for… me

So perfettamente di essere atipico nei modi e nelle abitudini, specialmente riguardo la fruizione della musica. Eppure non riesco a rinunciare al disco in quanto oggetto. Escludendo il concerto, per me l'ascolto di canzoni deve avvenire attraverso l'accensione di uno stereo. Da quando sono bambino ho l'assoluta necessità di ascoltare gli album musicali. Perché? La risposta è semplice: percepisco il cd (o il vinile) come un film, come un libro, come un oggetto in grado di generare una narrazione. Ovviamente ...

Amos Lee, qualcosa di vicino alla perfezione

Ho una certa predilezione per i cantautori statunitensi. Non solo per quelli della vecchia guardia, ma anche per i "nuovi". Chi mi conosce bene lo sa: sono sempre alla ricerca di autori interessanti, intendo gente che abbia qualcosa da dire sia a livello testuale sia a livello musicale. Ammiro moltissimo quelli che tenendo i piedi ben saldi nella tradizione cercano ogni tanto di contaminare il proprio sound attraverso l'utilizzo di spunti elettronici (penso ad Iron & Wine, Sufjan Stevens, José ...