Pezzi

La seconda parte del 2024 è stata addolcita dalla pubblicazione di un disco, a mio modo di vedere, semplicemente delizioso. Mi riferisco a “Dinosauri”, il quarto album di inediti di Tommaso Di Giulio, cantautore romano che da tempo porta avanti un’interessantissima proposta musicale.
A oltre sei anni di distanza dal precedente “Lingue”, secondo me il suo disco più completo e potente, questo artista valido e raffinato, dotato di un background musicale niente male, è tornato sulle scene con un lavoro pubblicato soltanto in vinile e in digitale e composto da otto splendidi pezzi.
Sono canzoni importanti quelle di “Dinosauri”, ispirate e curate sotto ogni punto di vista. In diversi episodi, ad esempio in Soltanto se ci va, Non fa una piega e Io quando ho paura, si percepisce una forte componente biografica: Tommaso apre le porte di casa sua e condivide i suoi pensieri e le sue sensazioni in un momento storico di certo non semplice per l’intera umanità.
C’è molto di lui e del suo privato in questo album. In ogni caso, anche nei momenti in cui si toccano temi piuttosto profondi emerge quella leggerezza che accompagna da sempre non solo il suo modo di scrivere, ma anche il suo modo di vedere le cose. Nell’essere sensibile e riflessivo, Tommaso mantiene ancora oggi un’energia e una positività a dir poco invidiabili.
Tutto questo si riflette in maniera evidente all’interno di “Dinosauri”, un lavoro che conferma una crescita costante e coerente. In pezzi come Borghesi e Come un rigore agli Europei, canzone incisa con il mitico Mox, viene fuori uno spirito più radioso e disteso, ideale per regalare sprazzi di solarità ed evitare quindi di dare all’album un’atmosfera troppo “seria”.
Insomma, nell’essere intenso ed emozionante, “Dinosauri” appare al contempo gradevole, immediato. Un esempio perfetto di pop di qualità tendente alla canzone d’autore, ovviamente con un taglio moderno e smaliziato al punto giusto.

Alessandro