Pacifico, una penna incredibile

La mia ammirazione per Gino De Crescenzo, alias Pacifico, è semplicemente esagerata. Da circa vent’anni sento continuamente le sue canzoni, emozionandomi di fronte a certa classe e sensibilità. Non posso negarlo: per me è un idolo, una guida, un maestro, un punto di riferimento.
La sua scrittura così versatile e intensa, poetica e dolce, è sublime. E se ne sono accorti tanti altri suoi colleghi italiani, nel tempo pronti a chiedergli un aiuto, una mano per completare brani da perfezionare prima della pubblicazione. Il fatto che abbia lavorato con artisti del calibro di Adriano Celentano, Raf, Gianna Nannini, Zucchero e Ornella Vanoni non può essere casuale.
Lui, di fatto, ha una capacità incredibile di confezionare componimenti di spessore. L’esperienza e il talento gli consentono ogni volta di mettere a fuoco un’idea e di ottimizzarla, traendone il meglio. Non è da tutti, questo è sicuro.
Parliamo di un autore magistrale, tra i migliori in circolazione per quanto riguarda la musica leggera e la canzone d’autore nostrana. La cosa incredibile è che, da circa dieci anni, il buon Gino collabori costantemente con artisti molto diversi tra di loro per stile e genere. Soltanto lui riesce a scrivere per ragazzi come Motta, Giovanni Truppi e Malika Ayane e, allo stesso tempo, per i vari Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Samuele Bersani e Andrea Bocelli.
Ovviamente la sua abilità nella scrittura non si esaurisce soltanto nella musica: ultimamente Pacifico ha dimostrato di possedere una penna stratosferica pure a livello narrativo. Nel 2016 il suo esordio da romanziere con l’incantevole “Ti ho dato un bacio mentre dormivi” mi folgorò. Poi, nell’aprile di quest’anno, è stata la volta di “Io e la mia famiglia di barbari”, testo in parte autobiografico.
Poche settimane fa ho terminato la lettura di quest’ultima opera, e devo dire che il contenuto mi ha soddisfatto e convinto in pieno. Il modo in cui seleziona e distribuisce le parole tra le righe è incredibile. Più si leggono i suoi volumi, più ci si rende conto di come abbia una qualità fuori dal comune. Non credo di eccedere in lodi: il suo stile è magnifico, asciutto e concreto, elegante e coinvolgente. Le sue parole sono giganti eppure leggerissime.
Insomma, sia che si dedichi alle canzoni, sia che si cimenti nella scrittura di libri, Pacifico batte tutti. Non ce n’è per nessuno, davvero. Non posso fare altro che invitare chiunque a prendersi del tempo per approfondire. Cantautore o romanziere cambia poco: in qualsiasi veste riesce sempre e comunque a superarsi.

Alessandro

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