Spagna ’82, quarant’anni fa un trionfo epocale

In queste settimane in cui mi capita spesso di parlare di un Mondiale sfortunato andato in scena negli Stati Uniti ventotto anni fa, mi sembra semplicemente doveroso dedicare qualche riga a un successo calcistico sensazionale, risalente al lontano 1982, quindi a ben quarant’anni fa. Il trionfo della grande Italia di Enzo Bearzot in Spagna, con la celebre finale disputata al Santiago Bernabéu di Madrid contro la Germania Ovest, resta senza ombra di dubbio il più bello e meritato nella lunga storia della nostra Nazionale.
E pensare che all’inizio, pur vantando una rosa notevole, con campioni del calibro di Dino Zoff, Claudio Gentile, Bruno Conti e Paolo Rossi, gli azzurri faticarono e non poco. In tanti ricorderanno i tre pareggi di fila ottenuti nella prima fase a gironi del torneo, con appena un gol segnato al Perù e un altro Camerun: un inizio tutt’altro che esaltante, con il timore concreto di tornare a casa molto presto.
Così, ottenuta la sofferta qualificazione al turno successivo, ecco un mini girone di ferro, con l’Argentina e il Brasile improvvisamente sul nostro cammino. Due squadre fortissime, da evitare assolutamente. Un’Italia fino a quel momento non entusiasmante, priva di idee e di un gioco interessante, fu costretta a rimboccarsi le maniche. Il mitico Bearzot preparò al meglio entrambi gli incontri, e pur faticando assai contro quei colossi arrivarono due splendide vittorie di misura.
Il trionfo ai danni del Brasile, garantito dalla memorabile tripletta di Rossi, fa venire ancora il groppo in gola. Quella partita, disputata contro una Nazionale ricca di stelle, fu strepitosa, soprattutto perché arrivata dopo la sfida tiratissima contro l’Argentina. Sbarazzandosi anche dei verdeoro, l’Italia acquisì un’enorme sicurezza nei propri mezzi, come dimostrato dalla perfetta semifinale dell’8 luglio (a cadere, in quell’occasione, una Polonia piuttosto forte).
Poi arrivò il giorno della finale, quel fatidico 11 luglio. Di fronte, appunto, la Germania Ovest, compagine più che temibile, anch’essa piena di giocatori talentuosi ed esperti in campo internazionale. Nonostante l’errore dal dischetto nel primo tempo di Antonio Cabrini, che avrebbe potuto rappresentare una sorta di shock dal punto di vista psicologico, Zoff e rimasero lucidi e grintosi per tutto il tempo. Il primo gol di Rossi, il sesto in quella manifestazione, aprì di fatto la strada verso il trionfo.
L’intero secondo tempo di quella partita fu magistrale, grazie all’interpretazione impeccabile della gara da parte dei nostri. Che con la staffilata di Marco Tardelli e il guizzo di Alessandro “Spillo” Altobelli si assicurarono la vittoria (la rete sul finale di Paul Breitner fu del tutto innocua). Al triplice fischio finale tutto lo stadio esplose in una festa magnifica, ancor più grande in uno Stivale dove, al tempo, c’erano problemi grandi.
Un Mondiale unico quello del 1982. Capace di crescere in maniera progressiva, quell’Italia umile e generosa, ma validissima a livello tecnico, riuscì a regalare delle emozioni pazzesche. Io, per ragioni anagrafiche, non potei assistere a quella magia, ma le tante ricerche effettuate negli anni su quel torneo sono riuscite, in qualche modo, a trasmettermi l’energia, il pathos, di un’estate da incorniciare.

Alessandro

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