“Howl”, disco mozzafiato dei Black Rebel

In quanto loro fan da più di dieci anni, adoro follemente tutti i dischi che i Black Rebel Motorcycle Club hanno rilasciato dal 2001 in poi. Difficile stabilire se sia migliore “Baby 81” o “Specter at the Feast”, oppure “Beat the Devil’s Tattoo” o “Take Them On, On Your Own”. Devo però ammettere che l’album di Peter Hayes e soci che mi capita di ascoltare con maggiore frequenza è “Howl”, dato alle stampe nel 2005.
È un lavoro magnifico, una raccolta di grandi pezzi originali assai ispirati e ben strutturati. Di fatto, aspetto abbastanza significativo, è un po’ un unicum nella loro discografia, a livello sonoro. Si tratta del resto del loro lavoro meno elettrico, meno rock, meno spinto. Dall’inizio alla fine del cd, composto da tredici brani oltre a una ghost track, si scorgono tante chitarre acustiche, spesso pronte a dialogare con il pianoforte.
Prima e dopo di “Howl”, i Black Rebel hanno inciso dei dischi pieni di distorsioni, di ritmi concitati, di atmosfere alle volte noise e alle volte psichedeliche. Qui, però, c’è un taglio prettamente folk. Un folk, sia chiaro, ibridato, contraddistinto da una contaminazione straordinaria, dove emergono continuamente echi di blues e di country.
La qualità è elevatissima. Pur non facendo affidamento su riff di grande impatto, i Black Rebel riescono ad ipnotizzare l’ascoltatore attraverso canzoni di spessore, oggettivamente belle, anche orecchiabili in certi casi. Lo ripeto: “Howl” è il disco più inusuale, più singolare tra quelli sfornati sino al 2018, anno di uscita di “Wrong Creatures”.
Non sta a me decretare se sia il disco migliore in assoluto del trio americano. Tuttavia, è quello che preferisco, quello che per cui vado fuori di testa sentendo la prima traccia in scaletta, vale a dire Shuffle Your Feet. È una bellissima eccezione, una splendida e intrigante mosca bianca nel loro seducente percorso.
Pochi, al tempo della sua uscita, si sarebbero aspettati di trovare sugli scaffali un album così, molto diretto e poco stratificato in termini di sound. Con “Howl”, ne sono certo, i Black Rebel diedero esempio di grande maturità, ma anche di affiatamento, bravuta tecnica e sicurezza nei propri mezzi.
Per me è davvero irresistibile. Per questo lo consiglio sempre alle persone appassionate di musica, specialmente di quel filone statunitense che si può far rientrare nell’alternative.

Alessandro

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