L’Abruzzo che ti meraviglia…

Dopo aver trascorso quasi venti giorni di villeggiatura in Trentino a cavallo tra luglio e agosto, questa estate ho avuto il piacere di tornare nella Regione italiana che più amo: l’Abruzzo. È un territorio che sento profondamente mio perché, come già scritto diverse volte su questo blog, ho passato lì tutte le estati fino ai vent’anni.
Stavolta non sono stato esclusivamente a Pescara, dove i miei nonni acquistarono una casa negli anni Sessanta e dove si trovano numerosi amici d’infanzia. Con l’obiettivo di conoscere meglio altri incantevoli posti che l’Abruzzo include all’interno dei suoi confini, assieme a Francesca, la mia ragazza, abbiamo sostato prevalentemente a sud, nei pressi di Ortona, in provincia di Chieti.
C’ero stato solo una volta a Ortona, molto tempo fa. E devo dire che in quella zona la bellezza della costa, delle spiagge e dell’acqua è sorprendente. Un mare meraviglioso, cristallino in più punti, all’interno di un contesto speciale sotto vari aspetti: quei dieci giorni passati a fare bagni e lunghe passeggiate, senza dimenticare i gesti più semplici come recarsi la mattina dai contadini a prendere la frutta e la verdura, mi hanno rigenerato, forse più di quanto non abbia fatto il Trentino, Regione davvero superlativa in cui conto di tornare.
L’Abruzzo, però, ha la capacità di sorprendermi e travolgermi ogni volta, anche se ci ho passato tanti mesi e credo sempre di non dover scoprire altre cose. Quando mi ritrovo lì sparisce ogni cattivo pensiero, ogni eventuale malumore, ogni preoccupazione data da un impegno importante che è dietro l’angolo. Lì mi sento davvero a casa, pure se mi imbatto in nuove strade, a piedi o in macchina che sia. Solo le pietanze squisite che offre quella terra bastano a provare quella sensazione di benessere che, in certi periodi della vita, è necessaria, salvifica. E poi, particolare di non poco conto, in termini paesaggistici l’Abruzzo ha tutto: mare, campagna, collina, montagna.
Oltre a Ripari di Giobbe, la frazione di Ortona dove si trovava il campeggio in cui alloggiavamo, abbiamo avuto la fortuna di ammirare le splendide spiagge de Il Turchino e Punta Aderci, spingendoci addirittura verso l’entroterra per visitare Lanciano, cittadina dove non ero mai stato e che mi ha rapito attraverso i suoi ricorrenti scorci antichi (peccato non essere riusciti a trovare un giorno per vedere Vasto).
Ovviamente c’è stata l’opportunità di raggiungere qualche volta Pescara, città dove andrei a vivere anche domani se solo trovassi il modo per reinventarmi una vita lì. Che dire, passeggiare sulla riviera di sera rimane un rito che devo necessariamente ripetere. Vedere quelle palazzine eleganti e sontuose che si affacciano sull’Adriatico è uno spettacolo a cui non posso rinunciare, mentre gli stabilimenti lussuosi nelle vicinanze del porto lasciano a bocca aperta solo guardando l’entrata.
Quella città è tutto per me. È il posto a cui penso tutto l’anno che trascorro a Roma e dove, in effetti, dovrei tornare più spesso, anche in inverno. Anche per un solo giorno. La fortuna non è soltanto quella di contemplare ogni volta un posto che si è evoluto e che dà l’idea di voler stare al passo con i tempi, garantendo servizi eccellenti se si pensa alla ristorazione e alle strutture ricettive, ma è anche quella di poter rivedere gli amici storici con i quali il rapporto rimane puntualmente affettuoso e rispettoso.
La foto visibile qui sopra è stata scattata presso Il Turchino, sotto Ripari di Giobbe, in un pomeriggio di sole e di quiete. Non capita spesso di alzare lo sguardo e vedere in lontananza dei trabocchi che appaiono sospesi sulla superficie del mare. È incanto puro.

Alessandro

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