Fallen Angel (King Crimson)

Dedicare un post apposito a Fallen Angel dei King Crimson non vuole dire che esso rappresenti, per me, il miglior pezzo in assoluto realizzato dalla band capitanata da Robert Fripp. Di certo, si tratta di un pezzo al quale sono piuttosto legato e che mi scuote ad ogni ascolto. Il perché non saprei dirlo ma, forse, con il tempo sono riuscito a darmi una risposta: rispetto alla maggior parte dei brani incisi nel tempo dal gruppo inglese, qui la struttura non si distacca troppo dalla forma canzone. Ecco, forse è questo fa scaturire quell’attrazione inarrestabile.
Già solo la durata, di circa sei minuti, rende Fallen Angel un componimento abbastanza “contenuto” se confrontato con tracce tanto articolate da superare ampiamente i dieci minuti. In più questa composizione appare immediata perché entra subito nel “vivo”. L’ammaliante arpeggio di chitarra elettrica si unisce ben presto all’eccellente cantato di John Wetton, il tutto con un andamento sia dolce sia ipnotico, seducente.
Le note si susseguono all’insegna di un’armonia lampante; l’intensità sale gradualmente, questo in virtù di un’esecuzione da brividi dove non si avverte uno strumento più invadente dell’altro. I pochi versi scritti e cantati denotano efficacia e poeticità («Lifetimes spent on the streets of a city / Make us the people we are»). E poi, va detto, Fallen Angel ha un groove strepitoso garantito da una sezione ritmica da favola. L’entrata in sordina dei fiati è qualcosa di unico, soprattutto quando parte quel dialogo esaltante con i fraseggi di chitarra.
Insomma, credo sia impossibile trovare un difetto a questo pezzo così profondo ma comunque non ammorbante, bensì sviluppato e prodotto in chiave moderna nonostante corresse l’anno 1974. Ci tenevo a spendere due parole per tale meraviglia inclusa in “Red”, album dei King che semplicemente adoro e che, con grande fierezza, comprai in una soleggiata mattina d’autunno del 2009 alla Feltrinelli di viale Giulio Cesare, nel quartiere Prati di Roma. Sempre un piacere rimetterlo su per perdersi in quelle superbe trame sonore tessute da Fripp e soci.

Alessandro

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