“New Adventures in Hi-Fi”: i R.E.M. sublimi nel periodo rock

Sono abbastanza sicuro di aver già espresso su questo blog il mio grande apprezzamento per la fase rock dei R.E.M., piuttosto evidente nella metà degli anni Novanta. Dopo il successo ottenuto con “Out of Time” del 1991 e “Automatic for the People” nel 1992, Michael Stipe soci decisero di rinnovare stile e sound, lasciandosi influenzare dalle chitarre distorte molto in voga all’epoca.
Il primo passo verso atmosfere simili fu testimoniato da “Monster”, capolavoro assoluto rilasciato dalla band di Athens nel 1994. Un disco con un suono ruvido anche se contraddistinto dalla presenza di brani orecchiabili e prodotti alla grande. Galvanizzati dalle buone critiche arrivate dalla stampa specializzata, per l’ideale seguito di “Monster” i R.E.M. decisero di non allontanarsi troppo da quelle atmosfere, cercando tuttavia di riportare in superficie quella melodia e quel respiro pop finiti temporaneamente in secondo piano con il loro nono album composto da tracce inedite.
Dato alle stampe nel 1996, “New Adventures in Hi-Fi” rappresentò un nuovo, sensazionale capitolo della storia musicale del gruppo. Un lavoro per l’appunto rock, molto chitarristico, anche se più “morbido” rispetto a “Monster”. Tante distorsioni, tanti riff, tante chitarre elettriche: un qualcosa di splendido per gli amanti di certe sonorità. Accanto a questo, però, anche quella melodia evocata dal canto sempre unico di Stipe, frontman ma anche anima di una band partita con un bassissimo profilo e in grado di imporsi su scala internazionale con merito, senza vendersi ma cercando invece di proporre una musica onesta e coerente, fatta di ricerca così come di istinto.
“New Adventures in Hi-Fi” è un disco che mi travolge ad ogni ascolto, oggi come la prima volta che lo misi su con uno stupore e un trasporto difficili da spiegare, da descrivere. Una grandiosa raccolta di brani originali, scritti con cura, impegno, passione e maturità.
La traccia di apertura, ovvero
How the West Was Won and Where It Got Us, è sempre capace di lasciarmi a bocca aperta. E lo stesso discorso vale per la successiva The Wake-Up Bomb, dirompente e perfetta, e per Undertow, sublime con il suono intenso e grezzo, arricchito da un groove niente male.
Penso che ogni pezzo incluso nel disco abbia un suo spessore, e in tal senso mi vengono in mente
E-Bow the Letter, cantata magnificamente con Patti Smith, Leave, Bittersweet Me, Low Desert. Qualità altissima dall’inizio alla fine.
Davvero molto complicato rendere intenso e coinvolgente un album costituito da ben quattordici canzoni. Ebbene, i mitici R.E.M. riuscirono a farlo con estrema bravura e disinvoltura quasi trent’anni fa.
Un’opera a mio avviso sensazionale, pur non apprezzata da tutti i fan del gruppo, magari più attratti da determinati lavori in studio pubblicati in precedenza. Per me, insieme a “Monster”, “New Adventures in Hi-Fi” ha qualcosa di speciale, da qui la mia predilezione per quel periodo dei R.E.M. forse più spensierato, anche sfacciato per certi versi. Un rock fatto nella maniera giusta, né stucchevole né stereotipato, bensì sviluppato con abilità, sicurezza e maestria.

Alessandro

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