Sono davvero tante le grandi canzoni incise nel tempo da Antonello Venditti. Ovviamente alcuni preferiscono ancora oggi la prima parte di carriera del cantautore romano, quella contraddistinta da brani (e dischi) più “impegnati”, altri invece hanno condiviso man mano la sua graduale apertura verso il mainstream e i pezzi nettamente sentimentali. Una prassi, questa, cominciata verso la fine degli anni Ottanta. Per quanto mi riguarda, non mi schiero né da una parte né dall’altra: apprezzo e ascolto costantemente gran parte dell’opera di Venditti, sulle scene da circa cinquant’anni (nel 1972 usciva “Theorius Campus” realizzato insieme a Francesco De Gregori). Lo faccio al di là dei contenuti, incuriosito dal suo modo di raccontare.
A proposito di grandi componimenti, nello specifico quelli meno rivolti verso la sfera sociale ma invece più tendenti a ruotare intorno all’amore, resta a mio avviso esemplare Ogni volta. Il brano in questione, rilasciato nel 1995, è contenuto in “Prendilo tu questo frutto amaro”, ideale seguito di “Benvenuti in Paradiso”, e venne scelto come singolo apripista, quindi accompagnato da un apposito videoclip in modo tale da riuscire a farsi largo nei palinsesti dei canali televisivi italiani che, all’epoca, concedevano spazio alla musica pop e non solo.
Insomma, una bella responsabilità data al brano, nonché una scelta coraggiosa da parte dell’artista e del suo staff. Del resto non era un gioco da ragazzi attirare l’attenzione del pubblico con un brano d’amore, della durata di quasi cinque minuti e, aspetto da non sottovalutare, contraddistinto da arrangiamenti raffinati (preponderante l’utilizzo degli archi), dunque non rock, tantomeno dance, elettronici o latineggianti. Nonostante queste peculiarità, Ogni volta riuscì con grande rapidità a conquistare i fan storici di Venditti oltre a un elevato numero di persone magari non fortemente attratte, fino a quel momento, dalla sua musica. Ciò avvenne grazie alla bellezza oggettiva di una canzone struggente, costruita con perizia a livello sonoro e testuale.
A venticinque anni dalla sua uscita, questa composizione riesce puntualmente a commuovermi. Ogni ascolto porta con sé brividi veri, con il rischio di far addirittura scappare una lacrima quando il groppo in gola finisce per diventare insopportabile. Secondo me, Ogni volta è una delle migliori canzoni in assoluto di Venditti, almeno tra quelle “sentimentali”. Con pochi versi (c’è molta sintesi nel testo) il cantautore romano riesce a catapultare chi ascolta in una dimensione di profondo dolore per un’assenza incolmabile, lasciando delle forti immagini nella mente di ognuno. Siamo di fronte a un pezzo particolarmente ispirato, dove in molti possono ritrovarsi, capace di decollare dopo una manciata di istanti. E poi la perfezione della traccia è garantita anche da una coda musicale sontuosa, con il prezioso lavoro svolto dall’orchestra che dialoga con l’immancabile sax vendittiano e che sembra quasi aggiungere altre parole a quelle non scritte, non pronunciate dal cantante.
Mi inchino davanti a tanta meraviglia. E mi complimento sia con il buon Antonello sia con tutte le persone che, in studio di registrazione, riuscirono a mettere a fuoco le potenzialità del brano poi prodotto nel miglior modo possibile, se non altro con una sensibilità abbastanza rara. Il cammino di “Prendilo tu questo frutto amaro”, che contiene altri bei pezzi come Tutti all’inferno, Vento selvaggio e 1000 figli, non poteva iniziare in maniera migliore.
Alessandro
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