Paolo Nutini e il suo “Caustic Love”

Dei tre album in studio pubblicati fino ad oggi da Paolo Nutini, artista per il quale nutro una grande stima e di cui, sono certo, scriverò ancora da queste parti, quello che vado ad ascoltare più spesso è “Caustic Love”, rilasciato nella primavera del 2014. Ad oggi è il suo ultimo disco d’inediti: dopo la sua uscita il prodigio scozzese, di origini italiane, non ha più dato alle stampe un progetto discografico con all’interno canzoni originali. Ben otto anni di silenzio, un lasso di tempo singolare.
Tutti quanti siamo convinti del fatto che, prima o poi, questo talentuoso artista si farà forza per farci sentire nuovi pezzi. Al momento, tuttavia, possiamo goderci quella manciata di lavori che videro la luce a partire dal 2006, quando appena diciannovenne il buon Paolo esordì con il delizioso “These Streets”, un qualcosa di fortunato e, al contempo, brillante e valido. Sia chiaro: ogni suo album è pregevole, perché anche il successivo “Sunny Side Up” resta un gioiello.
“Caustic Love”, però, almeno secondo il sottoscritto, è di una maturità e di una completezza esorbitanti. La qualità delle canzoni in scaletta è a dir poco sorprendente. Tutta l’opera è attraversata da un carisma, da un’ispirazione, da un’intensità capaci di lasciare a bocca aperta chiunque, anche quelli con il palato finissimo. Componimenti lenti e delicati convivono con altri invece più spigliati, tirati, ruvidi, graffianti, esplosivi. Parliamo di un disco che è un’autentica bomba, intriso di grandi suoni, di una scrittura favolosa.
Non c’è un genere che finisce per sovrastare gli altri in “Caustic Love”. È tutto un susseguirsi di echi pop, rock, soul, folk, funk. Insomma, una miscela entusiasmante né artefatta né stucchevole. Suonato con una maestria abbastanza rara nel genere, questo album rimane uno tra i migliori in assoluto del 2014. Più lo ascolto, più rimango estasiato da quanto questo artista sia riuscito a costruito insieme ai suoi fidati collaboratori.
Nutini è davvero un fenomeno, uno che sa il fatto suo. Non è un cantante da quattro soldi, di quelli privi di personalità o, peggio ancora, incoerenti, ruffiani e opportunisti. È uno che fa musica soltanto per il piacere di farla e che scrive solo ed esclusivamente quando sente che è arrivato il momento di tirare fuori ciò che la sua mente non può più trattenere.
Chi non è ancora riuscito a sentire “Caustic Love” farebbe bene ad attivarsi al più presto. Meglio conoscerlo a fondo adesso, perché se un domani dovesse essere seguito da un ipotetico quarto album sarà meno semplice dedicarvi la giusta attenzione.

Alessandro

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