Milano (Alex Britti)

La musica di Alex Britti ha sempre rivestito un ruolo importante nella mia vita: praticamente mi ha accompagnato in tantissimi momenti, a cominciare da quando ero poco più che un bambino e le sue prime hit decollavano così tanto da dargli una popolarità notevole. Ora non sto qui a scrivere ciò che questo grande musicista avrebbe dovuto o non dovuto fare nel corso della sua carriera, perché semplicemente non è questo il luogo adatto (magari un giorno dedicherò un post apposito al tema, pur non sentendo ancora la necessità di farlo).
Con questo intervento volevo piuttosto celebrare una canzone a mio avviso magnifica, di quelle che stendono e incantano al contempo, lasciando senza parole, strappando una lacrima. La canzone è Milano, un brano del suo repertorio non troppo conosciuto perché, all’epoca della sua pubblicazione, nel 2000, non lanciato come singolo. A dirla tutta, Milano ha avuto una sua diffusione in radio: nel 2008, quando venne pubblicato il disco “Mtv Unplugged”, fu scelto come brano promozionale, pur non essendo un inedito (in quel caso l’unico brano originale del progetto era Favole).
E io scoprii Milano proprio in quell’occasione, nei primi mesi di un anno per me particolare, pieno di cambiamenti e di momenti non certo entusiasmanti. Ricordo che i primi ascolti del pezzo mi lasciarono sbalordito, a bocca aperta: quel testo così ispirato, profondo, poggiato su una musica sublime perché ricolma di dolcezza, non fece che rapirmi, mandarmi in estasi.
Così, da almeno una dozzina di anni, Milano è una canzone che vado letteralmente a ricercare e a risentire con costanza. Ogni tanto sento davvero il bisogno di farla partire per immergermi in quelle atmosfere affascinanti e sospese costruite con saggezza da Alex e dai suoi musicisti di allora. In quei cinque minuti e passa di durata tutto si ferma: all’improvviso si prova la sensazione di camminare per le strade di una splendida città, sotto un cielo nuvoloso e avvolti in un caldo cappotto per proteggersi dal freddo dilagante.
Un brano già di per sé strepitoso viene chiuso nel migliore dei modi da una coda strumentale da brividi. Il solo di chitarra eseguito con l’ausilio del bottleneck dà al componimento un ulteriore slancio, portandolo quasi da un’altra parte. È sentendo scivolare il collo di bottiglia sulle corde dello strumento, probabilmente un dobro, che perdo del tutto la testa. Le note prese da Alex sono talmente belle che, durante l’ascolto, spero ogni volta, utopisticamente, che la musica non si fermi più, che continui a scorrere senza arrestarsi.
C’è poco da fare: è un autentico gioiello, perfetto dall’inizio alla fine. E dirò di più: per quanto la versione live finita nel disco “Mtv Unplugged” sia straordinaria, continuo a prediligere quella originale, inclusa nell’album “La vasca”. Non so perché, ma la registrazione di ventuno anni fa, forse meno esplosiva rispetto all’altra, è assolutamente impeccabile, da standing ovation. Un amore potentissimo per un puro esempio di poesia sonora, ancora troppo poco conosciuto.

Alessandro

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